Wednesday 17 January 2018
Castellabate e la sua dimensione europea.
Monachesimo e territorio: tra patrimonio culturale e identità mediterranee
Il monachesimo nasce come movimento ‘laico’ e solo in seguito, come risposta a varie sollecitazioni storiche, tramuterà come esperienza a forte connotazione clericale. In verità ‘monaco’ significa ‘solitario’. Si tratta della straordinaria esperienza di uomini e donne che si allontanavano dal mondo, dai suoi calcoli di arrivismo e ruvide lotte e gerarchie di potere, per poter vivere liberamente e in pace la dimensione spirituale ‘verticale’ della loro esistenza. La loro esperienza di laici credenti offre tutte le caratteristiche di contrappunto alla logica dell’impalcature delle certezze mondane.
Dopo le antiche esperienze in Oriente: eremitiche, quindi anacoretiche e cenobitiche, per l’impulso di Benedetto da Norcia, nasce il cosiddetto ‘monachesimo occidentale’ che si espanderà per tutta l’Europa in un reticolato che sa di straordinario e di fascinoso per le benemerenze riconosciute in modo unanime dagli storici e non solo.
La considerazione sul contributo dato dal cristianesimo alla costruzione dell’Europa ha un intensa connessione con il dinamismo fecondo del monachesimo occidentale ed orientale. La lingua latina è rimasta la lingua del Cristianesimo nel campo liturgico e nel campo della documentazione giuridica ufficiale, senza parlare della trasmissione di opere filosofiche e letterarie. Il calendario liturgico, con la scansione dei tempi liturgici e la commemorazione dei testimoni del vangelo è stato in vigore per lunghissimo tempo come calendario civile. Addirittura le formule usate dai notai o nelle varie cancellerie di principi ha avuto un’intonazione concorde con una liturgia cristiana per l’ambito civile.
Il monitoraggio del territorio, le circoscrizioni, per l’organizzazione cittadina, avevano il punto di riferimento nelle cattedrali, abbazie, parrocchie, come primitivi ma efficaci ed insostituibili data base per il censimento e il riconoscimento delle persone. Le scuole monastiche e cattedrali hanno trasmesso educazione sia con l’impegno di alfabetizzazione, sia come trasmissione di valori cristiani. Da vari autori è stato messo in risalto il ruolo del monachesimo come attiva espressione di modelli d’intelligenza economica, tanto da vedere i monaci come fondatori dell’Europa, anche per il loro ruolo d’ingegneri dello sfruttamento razionale terriero. Evidentemente S. Benedetto fu dichiarato patrono d’Europa (21 marzo 1947), a ridosso delle macerie di una scomposta Europa, proprio con l’intenzione di offrire un modello d’impegno costruttivo per l’Europa.
Con i limiti sperimentati nella realizzazione concreta, nell’apporto del Cristianesimo alla costruzione dell’Europa c’è l’attenzione alle povertà spirituali e fisiche: orfani, poveri, malati, coloro che sono ‘viandanti’: che vanno e ritornano, e la risoluzione dei problemi che avrebbero penalizzato il rapporto tra le varie popolazioni costruendo le strade e i ponti, assicurando la transitabilità ai valichi delle montagne. Attorno all’architettura più impegnativa: quella di cattedrali, delle chiese e delle abbazie si va affinando l’arte dell’ingegneria e del decoro. La ‘festa dell’immagine’ rimane movimento scenico per gli occhi di centinaia di generazioni affascinate dall’esperienza del sacro, tradotto nel fatto estetico con la valenza della didattica e della pedagogia.
I copisti, trasmettitori della cultura classica e cristiana, fondatori di straordinarie biblioteche e ‘inventori’ in vari ambiti: musica, canto, architettura sistemazione del territorio e del paesaggio, esperti agronomi e ingegneri delle acque e delle terre; artigiani. Il loro monastero era come una piccola cittadella: tutti lavoravano, mettevano in comune, dovevano bastare a se stessi: da qui il dovere di ingegnarsi e ‘sfruttare’ ogni fazzoletto di terra.
Castellabate si presenta e si attesta come luogo particolarmente suggestivo per lo studio e come laboratorio di ricerca e di attività nel senso di riscoperta del patrimonio di beni culturali: materiali e immateriali, e occasione per impiantare attività culturali e turistiche con apertura sul territorio campano e più in là, sino a raggiungere lo spazio europeo. Si tratta di celebrazione e valorizzazione di radici comuni che tanto hanno influito sull’impianto dell’identità e della sua trasmissione sino ai nostri giorni.
Ambizione e progetti realistici si coniugano particolarmente in favore dei giovani che si aprono ad un innovativa cultura europea che è chiamata a diventare sempre più cultura comune e condivisa.
Il Prof. Giulio Cipollone, autore di questo articolo, discepolo di Friedrich Kempf, è professore ordinario e suo successore nella cattedra di Medioevo della Facoltà di Storia e Beni culturali della Chiesa, della Pontificia Università Gregoriana. Egli è, inoltre, Professore nella Facoltà di Missiologia e dell'Istituto di Studi Interdisciplinari su Religioni e Culture della medesima Università, e nella Facoltà di Teologia dell'Università Pontificia Salesiana. E' socio onorario di Identità Mediterranee.